Busillo: Facciamo una Borsa per la rucola della Piana del Sele

Una Borsa della rucola della Piana del Sele: è la proposta lanciata alla recente Fruit Logistica di Berlino da Vito Busillo (a sinistra nella foto), presidente del neonato Consorzio di tutela del prodotto tipico campano.
Busillo, intervenuto nel corso dell’incontro organizzato da UNAPROA dal titolo: ‘La competitività dell’ortofrutta italiana al tempo delle emergenze. Il ruolo delle filiere: la filiera di IV gamma’, ha colto l’occasione per sottolineare la funzione dei consorzi di tutela che, fra le altre cose, migliorano la capacità di interlocuzione con la GDO. Consorzi che la riforma europea in fieri delle DOP e IGP tenderebbe ad eliminare con il fine di accentrare la gestione delle ‘denominazioni di origine’ in capo alla DG Agri della Commissione UE.
“Il valore economico di questo prodotto – ha detto Busillo – è anche un valore sociale. Per questo, ai rappresentanti di questa filiera, bisogna chiedere di trovare un’interlocuzione con la GDO. Mi rendo conto che non si tratta di una cosa semplice. Per questo, sui ragionamenti legati ai prezzi del prodotto, serve la forza di individuare un costo minimo a cui correlare, eventualmente un altro percorso”.
L’introduzione di una borsa della rucola IGP della Piana del Sele permetterebbe, tra le alte cose, “di elevare questo prodotto al di sopra dei problemi che si registrano in GDO, legati alle aste al doppio ribasso che si tengono ancora nonostante una disciplina esplicita contro tali pratiche commerciali sleali”. L’idea di Busillo è a costo zero dal momento che, per la sua realizzazione, prevedrebbe l’impiego di strumenti che già esistono, quali quelli in capo ad Ismea, ad esempio, o alle Camere di Commercio che ben potrebbero individuare un livello di prezzo minimo al di sotto del quale non scendere perché altrimenti sarebbe complicato, per le aziende, investire.
“Potremmo essere i primi a fare una cosa del genere nel settore della IV Gamma – ha specificato Busillo -. E avremmo tutti i titoli per farlo. Oltre il 60% delle aziende del settore è guidato da giovani e, quindi, si è più propensi ad aprirsi all’agricoltura 4.0”.
L’idea di Busillo arriva in tempi in cui, su scala europea, si inizia a discutere di una blockchain ortofrutticola a livello comunitario. E ne arricchisce il dibattito.
Mariangela Latella

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