Il rincaro degli oneri energetici pesa anche sul vertical farming che si difende con l’innovazione tecnologica, rivelandosi un segmento che cresce al ritmo del 25% all’anno. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, segnalando che le serre di colture idroponiche stanno risentendo del rincaro dell’energia che si trasferisce a valanga sui costi di produzione. Con Il vertical farming le piante vengono coltivate in una soluzione di acqua e minerali diminuendo fino al 90% i consumi idrici rispetto all’agricoltura tradizionale e aumentando la produttività fino al 20%, dove gli impianti di energia green riscaldano le serre.
Nella serra più tecnologica d’Italia che si trova a Monopoli vengono messe a dimora una volta l’anno piante di pomodoro che raggiungono fino a 15 metri di altezza, con 55/60 grappoli a pianta. L’impianto idroponico è realizzato in una serra completamente digitalizzata e gestita in remoto, con l’impianto di irrigazione a ciclo chiuso che evita dispersioni di acqua. Il raffreddamento avviene con sistema cooling, mentre il riscaldamento con un sistema di riutilizzo delle acque, oltre ai fari LED che stimolano la fotosintesi – aggiunge Coldiretti Puglia – mentre l’impianto a pannelli solari produce bioenergia, utile ad alimentare ogni processo interno dell’azienda.
“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli promuovendo l’uso razionale dell’acqua, l’innovazione tecnologica per la riduzione dell’impatto ambientale, l’economia circolare con la produzione di energie rinnovabili come biogas e biometano e lo sviluppo del fotovoltaico sui tetti senza consumo di terra fertile”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
I rincari dell’energia – sottolinea la Coldiretti regionale – hanno un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola, quando nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica. Il comparto alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro.