Con un piano di investimenti biennale da 1,5 milioni di euro, Ambruosi & Viscardi si candida a diventare uno dei principali player di IV Gamma a residuo zero.
Dopo la nascita del consorzio OPI, il primo in Italia, nel settore della IV Gamma, costituito a giugno con Almeda e Ortoverde per creare un polo produttivo in grado di coprire tutta la penisola con un’offerta di insalate ready-to-eat 12 mesi l’anno, l’azienda marchigiana rilancia con l’innovazione attingendo, per il proprio programma finanziario, in parte a risorse OCM, in parte a quelle PSR e in parte a fondi propri.
“Abbiamo dato il via a questo piano di investimenti 2021-2022 – spiega Nicola Ambruosi, amministratore delegato di Ambruosi&Viscardi – con cui abbiamo, fra l’altro, acquistato macchinari innovativi. Confezionatrici, pesatrici ed una nuova linea di asciugatura in cui abbiamo sostituito le vecchie centrifughe con i più moderni tunnel ad aria. Le nuove macchine entreranno in attività da aprile 2022 e ci permetteranno di aumentare ulteriormente la produttività del 10%”.
Produttività che per il Consorzio OPI significa 20 milioni di vaschette di IV Gamma l’anno pari all’acquisto, attualmente in corso, di circa 400 mila kg di film per il confezionamento.
“Grazie all’accordo con i soci Almeda e Ortoverde – afferma Ambruosi – riusciamo a consegnare in AxA, ossia ordine la mattina e consegna la sera dello stesso giorno, in tutta la Penisola e in Sicilia”.
Dopo quattro anni passati a testare e produrre, nella propria serra-vivaio, varietà di ortaggi a foglia resistenti per la produzione a residuo zero, in autunno Ambruosi lancerà la sua prima linea di IV Gamma a residuo zero con l’obiettivo di inserirvi tutte le varietà che produce ossia scarola, riccia, pan di zucchero, radicchio, spinacio, bietola e cicorie, coltivate tutte a campo aperto.
“I pack sono pronti – annuncia Ambruosi – e intanto portiamo avanti anche il lavoro sulla serra-vivaio sperimentale che abbiamo ampliato di ulteriori 1.500 mq non solo per lavorare sulle varietà ma anche per produrre le nostre piantine, di modo da non avere carenza di prodotto. Il nostro vantaggio è proprio questo. Abbiamo sotto controllo tutta la filiera, dal vivaio fino al prodotto finale. Solo così puoi puntare ad avere un certo tipo di qualità. Quando manca prodotto sul mercato, per noi non è un problema perché, semplicemente, ci basta piantare, posto che, con il miglioramento varietale, ci siamo adattati al cambio climatico. Facciamo circa 100 test ogni anno”.
La produzione a residuo zero non è l’unico passo compiuto da Ambruosi&Viscardi sulla strada della sostenibilità. Impianti di irrigazione a basso consumo; razionalizzazione dell’uso del concime in un sistema di economia circolare; produzione di energia fotovoltaica e una flotta di 26 camion a metano, collocano l’azienda marchigiana, tra le prime in linea con gli obiettivi green dell’Europa.
Mariangela Latella